'Fase 2' e bambini, la Garante chiede al Presidente Toma di volersi fare portavoce delle istanze col Governo centrale

In qualità del proprio ruolo di Garante regionale dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, la dottoressa Leontina Lanciano ha seguito con particolare interesse le decisioni relative ai bambini elaborate per la cosiddetta 'Fase 2' nell'ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. La Garante ha appreso con soddisfazione la scelta di procedere alla riapertura dei parchi, ma ritiene che siano da intraprendere ulteriori azioni a tutela dei diritti dei più piccoli. Per questo motivo, ha inoltrato una lettera al Presidente della Regione Molise, Donato Toma, chiedendo al governatore di volersi fare portavoce di tali istanze con il Governo centrale.

Di seguito si riporta il testo della missiva.

"Gent.mo Presidente,

nell’elaborazione della cosiddetta ‘Fase 2’, il Governo ha mostrato apertura verso le esigenze dei minori, e in particolare dei bambini, accogliendo l’istanza di riaprire i parchi e i giardini pubblici. Ho appreso con soddisfazione che la misura è stata inserita nel nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che entrerà in vigore il 4 maggio. Si tratta di un primo passo importante che io stessa, in veste di Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, avevo auspicato facendo seguito alle tante richieste ricevute da parte di numerosi genitori, preoccupati delle ripercussioni di un lungo isolamento sulla salute psicofisica dei figli. 

Sempre in qualità di Garante, però, ritengo che sia necessario fare un ulteriore passo in avanti. Il nuovo documento preannunciato dal premier Conte nella sera del 26 aprile, infatti, precisa che rimarranno chiuse le aree gioco dedicate ai bambini. Una scelta dettata, probabilmente, dalla difficoltà di conciliare gestione organizzativa e tutela della salute, ma che mal si concilia con la priorità di restituire ai bambini gli spazi dedicati all’attività ludica, indispensabile per il benessere dei più piccoli.

Consentire ai bambini di usufruire delle aree giochi attrezzate sarebbe un ‘risarcimento’ doveroso, seppure ancora troppo piccolo, per le rinunce che sono stati chiamati a vivere, ancorché nell’ottica di un prioritario e generale interesse sanitario. Per un lungo periodo, che tuttora prosegue, si sono trovati improvvisamente a vivere un’infanzia sospesa: senza giochi, senza amici, spesso senza nonni o altre figure cui relazionarsi se non i più stretti familiari.

Nasce da qui la mia richiesta a voler condividere le istanze dei più piccoli, ed è per questo motivo che Le rivolgo un accorato appello a volersi avvalere del Suo ruolo istituzionale per farsi portavoce di tali istanze con il Governo centrale. Ciò affinché la ripartenza possa riguardare gradualmente, ma fin da subito, anche i minori.

In altri Paesi sono state già individuate le modalità per consentire la ripresa delle attività dedicate all’infanzia, ad esempio le scuole, nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza. Non appare incauto, quindi, auspicare che anche in Italia il Governo voglia lavorare alle giuste soluzioni in tal senso.

Si potrebbe partire proprio dalle aree gioco: è recente la proposta avanzata al riguardo dal ministro delle Pari opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, che ha ipotizzato la possibilità di attivare delle aree gioco individuali nei parchi. Un modo di tutelare i diritti dei bambini garantendo, allo stesso tempo, il rispetto delle condizioni dettate dalle attuali normative sanitarie. Il ministro ha reso noto di aver già incassato il supporto di numerosi amministratori locali e di essere al lavoro, con un pool di esperti in pediatria e pedagogia, per stilare le linee guida a cui i Comuni potranno rifarsi per la riapertura degli spazi ludici nei parchi e nei giardinetti. Per portare avanti questa ed altre iniziative simili, Elena Bonetti ha preannunciato lo stanziamento di 35 milioni di euro.

Ma non c’è solo il diritto al gioco. Un altro nodo fondamentale da sciogliere è quello della ripresa di un’attività didattica che non sia esclusivamente a distanza. E che sia indirizzata non solo alla fascia della scuola dell’obbligo, ma anche a quella da 0 a 6 anni. Le proposte alternative al modello tradizionale, che prevede la compresenza di una classe di circa 30 bambini nella stessa aula, non sono mancate e potrebbero essere prese a modello per disegnare una scuola che possa adattarsi alla particolare situazione attuale. Tra queste, si cita ad esempio l’idea di organizzare lezioni all’aperto e in gruppi ristretti, con una ridotta cadenza settimanale. Varie sono le teorie prospettate, ma quel che è certo è che bisogna trovare una strada percorribile per far sì che i minori tornino a ‘vivere’ l’esperienza scolastica, anche se sarà un’esperienza diversa dal passato.

Anche su questo fronte si registra l’impegno del ministro Bonetti, che ha chiesto al Governo di lavorare all’apertura di scuole dell’infanzia e centri estivi. Il suo suggerimento, diffuso durante un’intervista radiofonica, è stato quello di riaprire le scuole da 0 a 6 anni nel periodo estivo, organizzando l’attività in piccoli gruppi di alunni per poter mantenere il distanziamento dei bambini.

Si tratta di una forma di tutela dei minori, ma anche un supporto doveroso alle famiglie che si troveranno a dover riprendere le attività lavorative senza poter beneficiare dei servizi dedicati all’infanzia. Il rischio è che tale situazione di difficoltà vada a pesare in maniera prevalente sulle spalle delle donne, andando di fatto a intaccare i risultati raggiunti con fatica nel corso degli ultimi decenni sul fronte dell’uguaglianza di genere e dei diritti alla pari opportunità.

Nell’ottica di individuare le strategie più indicate per raggiungere i citati obiettivi, si condivide l’appello del Garante nazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Filomena Albano, che ha chiesto al Presidente Conte di nominare anche un esperto in materie di infanzia e adolescenza all’interno del Comitato di esperti per la stesura delle linee guida per la ‘Fase 2’, sollecitando, inoltre, una periodica consultazione degli esperti dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia, insediatosi di recente.

A fronte di quanto esposto, sono a chiederLe di voler condividere l’impegno a tutela dei diritti dell’infanzia, rivolgendo un appello al Governo centrale a voler rivedere le misure stabilite, includendo le iniziative specifiche dedicate all’infanzia.

Da parte mia, quale Garante dei diritti dei minori, mi dichiaro fin d’ora disponibile a qualunque forma di collaborazione e confronto con l’Organo regionale, con le Amministrazioni locali e gli Enti specifici al fine di individuare ogni possibile azione da intraprendere a garanzia dei bambini.

Fiduciosa in un positivo riscontro, porgo i miei più cordiali saluti.

 

Il Garante Regionale dei Diritti della Persona

(Dott.ssa Leontina Lanciano)".

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