Terapie oncologiche: in Molise arrivano i caschi refrigeranti contro la perdita dei capelli

Umanizzare le terapie per la cura dei tumori impedendo o riducendo la caduta dei capelli: ora è possibile anche in Molise. La regione è, infatti, una delle pochissime del Centro – Sud ad aver messo a disposizione dei pazienti oncologici i caschi refrigeranti per il cuoio capelluto, dispositivi che contrastano l’effetto collaterale dell’alopecia. Un’iniziativa che è stata voluta dalla Garante dei Diritti per la Persona, Leontina Lanciano, che ha proposto l’intervento al presidente della Regione Molise, Donato Toma, e al direttore generale della Salute della Regione Molise, Lolita Gallo, che hanno accolto l’iniziativa con convinzione e si sono prontamente adoperati per far sì che il progetto potesse diventare realtà.

Venerdì mattina21 febbraio, presso l’Unità operativa di Oncologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del nuovo dispositivo. Ad illustrare l’iniziativa, oltre alla Garante e al presidente Toma, è intervenuto anche il dirigente della Uoc di Oncologia, il dottor Gianfranco Giglio. Presenti all’evento anche la dottoressa Gallo, la commissaria Asrem Maria Virginia Scafarto e il personale medico-sanitario del reparto ospedaliero.

In tutto sono attive tre postazioni, una per ogni presidio ospedaliero, che consentono il trattamento di due pazienti per volta.

Il presidente della Regione Donato Toma ha voluto rimarcare il proprio l’impegno istituzionale a tutela della Salute. “Lasciamo perdere il disavanzo - ha detto - Quando si tratta di salute dobbiamo guardare avanti.  Speriamo – ha sottolineato – di poter fare ancora di più. Molto di più. Sui caschi refrigeranti abbiamo mantenuto l’impegno: da circa un mese e mezzo le tre Unità operative di Oncologia della Regione Molise, Campobasso, Isernia e Termoli, sono state dotate del nuovo sistema di refrigerazione del cuoio capelluto. Si tratta di un dispositivo destinato principalmente alle donne, che vivono in maniera maggiore il disagio psicologico della perdita dei capelli. I caschi, che servono a ridurre la perdita dei capelli data dalla somministrazione dei chemioterapici per la cura dei tumori, sono un valido ausilio per mitigare gli effetti collaterali della terapia permettendo ai pazienti di accettare meglio la chemio, riducendone l’impatto psicologico. L’operazione è costata alla Regione 130mila euro, ma ne spenderei anche il doppio. Mi preme ringraziare – ha aggiunto il governatore – la Garante regionale dei diritti della Persona, Leontina Lanciano, che si è fatta carico della problematica e ce l’ha sottoposta. Ringrazio anche il nostro direttore sanitario, Lolita Gallo, per aver portato a compimento in tempi brevi l’iter procedurale che ha consentito l’approvazione del servizio. Saluto anche la commissaria straordinaria Asrem, il dottor Giglio e tutto lo staff sanitario della Uoc. Ho trovato un reparto che, nonostante tratti problematiche serie, ha comunque un clima sereno e orientato ai pazienti”.

“Ho fortemente voluto questo intervento – ha spiegato la dottoressa Lanciano – ed ho lavorato costantemente per sollecitare chi era nelle condizioni di dare seguito all’acquisto dei caschi refrigeranti. L’idea è nata da una visita da me effettuata presso il reparto oncologico: ho avvertito questa necessità da parte delle pazienti e mi sono attivata per dar voce alle loro richieste. Sono contenta che siamo riusciti a fornire loro degli strumenti per alleviare la sofferenza durante il trattamento chemioterapico. Negli incontri che ho, successivamente, avuto con i responsabili dei tre reparti regionali, il dottor Giglio di Campobasso, la dottoressa Traficante di Isernia e il dottor Carrozza di Termoli, è emersa la voglia di umanizzare il servizio. Così, quando ci siamo incontrati per definire meglio i dettagli dell’iniziativa, abbiamo deciso di dare una veste diversa ai reparti con l’acquisto, altre ai caschi, anche di nuove poltrone e suppellettili. Ciò attraverso la disponibilità della dottoressa Gallo e del presidente della Regione. Può sembrare una cosa da poco, ma vi assicuro che non lo è, perché un nuovo setting è anche una questione di rispetto per le persone che usufruiscono di quegli spazi. E il rispetto per la persona è, in questo senso, determinante”.

Le caratteristiche e le funzionalità dei nuovi dispositivi sanitari sono stati illustrati dal primario del reparto, il dottor Gianfranco Giglio, che ha detto: “Purtroppo la chemioterapia che pratichiamo per la cura dei tumori ha degli effetti collaterali. Gli organi che vengono più colpiti, durante il trattamento, sono le cellule del sangue e i bulbi piliferi. Con la somministrazione di alcuni farmaci, il bulbo pilifero subisce un danneggiamento e ciò comporta la caduta dei capelli. Per mitigare o ridurre gli effetti negativi dei chemioterapici, soprattutto quelli utilizzati per la cura dei tumori alla mammella ed alle ovaie, oggi abbiamo a disposizione il casco refrigerante. Si tratta di un apparecchio che ha la capacità di portare la temperatura del cuoio capelluto intorno ai 18/20 gradi, di provocare un ridotto afflusso di sangue ai bulbi piliferi e, quindi, ridurre la concentrazione a quel livello dei farmaci chemioterapici. L’apparecchio deve essere applicato circa mezz’ora prima dell’inizio della chemioterapia, durante la somministrazione e per un periodo che va dai 60 ai 90 minuti al termine del trattamento. Non abbiamo risultati del 100%, ma in base a studi effettuati su una casistica di circa 500 pazienti il risultato si ottiene nel 50/60% dei casi. Però proporre a una paziente, al momento dell’inizio della chemioterapia, la possibilità di un trattamento che può ridurre o impedire la caduta dei capelli è un incoraggiamento. Significa umanizzare le cure, migliorare l’autostima, alleviare le sofferenze e l’impatto psicologico che il trattamento stesso può dare”.  Ad oggi sono 12 i pazienti che hanno potuto già beneficiare del casco refrigerante.

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